Aidan Turner e Freddie Highmore dirigono un solvente, ma imbrogliano, film biografico su TVE
È un po’ tardi per il quinto centenario della sua morte, ma giovedì la prima di “Leonardo” di TVE, l’ambiziosa coproduzione europea (RAI, ZDF, France Television e RTVE) che racconta la storia di Leonardo da Vinci, l’uomo del Rinascimento per eccellenza, attraverso una serie di otto episodi.
creato da Frank Spotnitz (“L’uomo nel castello”) i Steve Thompson (“Sherlock”), la finzione inizia nel 1506, quando Leonardo da Vinci (Aidan Turner) viene arrestato per l’omicidio di Caterina da Cramona (Matilda de Angelis). Il suo inseguitore, Giraldi (Freddie Highmore), non rinuncerà a conoscere la verità.
Da questo scenario torniamo indietro di qualche anno fino all’ultimo decennio del XV secolo, dove vediamo Leonardo come discepolo del maestro Verrocchio a Firenze, a scuola conobbe Caterina, che diventerà la sua musa ispiratrice. Ma le situazioni non sono favorevoli e il genio italiano non le avrà tutte con sé per intraprendere la carriera di artista.
Un biopic non legato alla Storia
Magari parlare della serie (che è già stata rinnovata per una seconda stagione) en termini di biografia ci danno un falso indizio di ciò che troveremo in esso. Siamo stati avvertiti, ma più che anacronismi concreti ed errori storici, potremmo dire che gli scrittori hanno preso tutta la tradizione fiorentina del Rinascimento e hanno fatto uno strano miscuglio di eventi e personaggi.
Quindi non è un buon posto per aspettare un film biografico è un senso strettamente storico poiché la serie cerca di più di svelare l’enigma del personaggio e renderci prigionieri. Certo, qui il peso sta più nel lavoro di un Aidan Turner che ha un compito complesso nel cercare di catturare le sfumature del personaggio che incarna nelle sue tragedie (il più) e nei suoi trionfi (il meno).
In questo senso, ‘Leonardo’ è strutturato quasi più come un dramma in costume, con i suoi intrighis, i suoi tradimenti e le sue storie d’amore. La verità è che è questo aspetto che funziona meglio in generale, bilanciando abbastanza bene queste caratteristiche con l’importanza del testo del protagonista.
Una buona produzione ma un po’ accomodante

Potremmo dire che se c’è un aspetto davvero deludente di ‘Leonardo’ è che, per essere una serie incentrata su uno dei grandi e ineguagliabili geni dell’umanità, di persone che vanno ben oltre il livello sia artistico che tecnico, a livello di produzione e gestione ha così poco da evidenziare. Una realizzazione che è all’altezza di una finzione di questa natura ma che rimane convenzionale.
Il che è un peccato, perché nella fiction c’è molta enfasi sulla cattura dell’autenticità, su ciò che si vede e sul pensiero “fuori dagli schemi”, come dicono gli anglosassoni. Ecco Dan Percival, che ha già collaborato con Spotnitz nel British ‘Hunted’, scommetti sulla funzionalità, con un po’ più di pennello del necessario per catturare questo script.
In generale, Leonardo’ è forse troppo leggero per la trascendenza non solo del personaggio reale ma vogliono infondere nei dialoghi della finzione, lasciando una miscela di ingredienti che, sebbene funzioni moderatamente non sfrutta appieno tutte le potenzialità che potrebbero esserci. Un biopic solvente che, nonostante i suoi toni fantasiosi, ci impregna della vita e dell’opera di un genio.
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